Rubinetterie Bresciane

COMMITTENTE

Rubinetterie Bresciane (Gussago, Bs)

DATA PROGETTO
2011-2014

DATA REALIZZAZIONE
2012-2014

PROGETTISTA
Dott. Agr. Simone Montani

CONSULENTE BOTANICO
Valter Angeli

 

La filosofia di progetto è stata quella di ridurre al minimo gli interventi manutentivi e contenere i costi di realizzazione. Lo studio ha dovuto tener conto dell’assenza di acqua in diverse aree e della presenza di un suolo di riporto di scarsa qualità; per questi motivi, dopo un programma di diserbi e una correzione del suolo con sabbia silicea e sostanza organica, la scelta botanica si è indirizzata verso piante arboree ed erbacee perenni, tra cui alcune graminacee, caratterizzate dalle scarse esigenze idriche e nutritive e dalla grande adattabilità ai diversi tipi di suolo, proposte in aiuole monospecifiche in linea con l’architettura contemporanea dei moderni edifici industriali.Tutte le aree non a prato sono state progettate con telo pacciamante per ridurre gli interventi di scerbatura e l’evaporazione dell’acqua dal suolo al fine di minimizzare le irrigazioni di soccorso dov’è presente l’impianto.

Il primo intervento ha interessato la sistemazione della rotatoria d’ingresso, caratterizzata dall’assenza di acqua e dalla presenza di un terreno di riporto ricco di scheletro. Il progetto, dato il limitato budget a disposizione, ha proposto la copertura dell’intera superficie con telo pacciamante e ghiaia, e la messa a dimora di una pianta erbacea tappezzante rizomatosa e resistente alla siccità,di altezza limitata per non ridurre la visibilità, con unabassa densità, che col tempo ha ricoperto l’intera superficie.

Successivamente sono state inserite due fasce di graminacee colonnari che segnano l’ingresso dello stabilimento.Le due grandi aree all’entrata sono state progettate a prato, come richiesto dalla committenza, regolarmente irrigato, con alberi di Celtisaustralis, pianta frugale che riprende nel colore della corteccia quello degli edifici, e due ampie fasce di graminacee dalla forma globosa e dalle infiorescenze suggestive, che demarcano la strada d’ingresso.La porzione est della proprietà, non servita da impianto di irrigazione, è stata interamente realizzata con una pianta erbacea tappezzante molto vigorosa e resistente alla siccità, messa a dimora con una bassa densità, ed alberetti di una varietà ornamentale di Prunusamygdalus, pianta poco esigente e adatta ai terreni poveri.

Le aiuole presenti tra i parcheggi, anch’esse senza impianto di irrigazione, sono state piantatesecondo un grigliato ortogonale con una graminacea molto resistente alla siccità, dalla forma globosa e dall’aspetto fluttuante, accentuato dalle correnti d’aria transitanti tra gli edifici e la strada provinciale, che ben contrasta con la rigidità del costruito.

Il lungo panettone di terra,creato per dividere i parcheggi dalla strada provinciale, è stato servito da un impianto di irrigazionedi soccorso ad aspersionee piantato con un tappezzante sempreverde, spontaneo della zona e molto resistente alla siccità, insieme ad altre due specie di erbacee perenni,più voluminose, che disegnano triangoli isosceli alternati, per quanto riguarda la direzione del vertice,che rievocano la metà precisa del logo aziendale: un rombo, ed alberetti di mandorlo messi a dimora in moduli di quattro piante.L’area interna è stata progettata prevalentemente a prato, irrigato, e delimitata da una siepe sempreverde di Ligustrum lucidum, come richiesto dalla committenza.

La porzione all’ombra della struttura in ferro dell’edificio, di soli 25 cm di spessore che poggia sopra la soletta dell’interrato, è stata rinverdita con un tappezzante erbaceo sempreverde, stolonifero,molto rustico. Tra i parcheggi interni ed il grande prato, a mascheramento parziale delle autovetture, è stata disegnata una grande aiuola con un’unica specie di graminacea, ricoperta da telo pacciamante e ghiaia, con nel mezzo un filare di alberetti sempreverdi di Ilexaquifoliumche ben contrastano per il colore e la forma geometrica della loro chioma con i cromatismi e la leggerezza della graminacea sottostante.

 

Varietà consigliate e proposte al progettista Agronomo Dott. Simone Montani

Condizioni ed esigenze generali :

A _ opere manutentive ai minimi termini

B _ contenere i costi di realizzazione per il limitato budget a disposizione

C _ assenza totale d’acqua o in alcuni casi di minimo supporto

D _ terreno di riporto di scarsa qualità

E _ utilizzo ‘forzato’ del telo pacciamante per le aree d’impianto sottoposte alle esigenze sopra esposte

 

Primo intervento: rotatoria e area di raccordo d’ingresso al polo industriale.

Nella rotatoria d’ingresso al polo industriale, è stato usato il Plejoblastus pygmaeus var. Distichus chiamato volgarmente ‘bambù nano’ed è stato piantato con una densità al mq di una pianta ogni metro e mezzo. Dopo il primo anno di stasi vegetativa di adattamento, è esploso con innumerevoli stoloni, bucando il telo pacciamante ricoprendolo la sabbia di copertura con la sua vegetazione vigorosa. Il quarto anno dall’impianto, è stato rasato a pochi centimetri da terra, togliendo le forme vegetative globose che la pianta aveva generato nel punto d’impianto, stimolando così la pianta a ‘stolonare’ con più aggressività. Nel quinto anno la copertura è totale, tenendo presente che non c’è impianto di irrigazione. In questo contesto, l’abbinamento con il Panicum virgatum ‘Stictum Compactum’ si è rilevato azzeccato per il fatto che ha generato due fasce ‘direzionali’ verso l’ingresso, con un portamento colonnare e la grande siccità a contenuto l’altezza, aumentando l’elasticità vegetativa, mantenendo anche da ‘secco’ un volume elastico e presente fino a primavera quando si andrà al taglio basale di pulizia manutentiva. Per quando riguarda l’area speculare di ingresso, è stato scelto il Miscanthus sinesis ‘Herman Massel’ con una densità di una pianta ogni metro e mezzo, a portamento medio colonnare con un’altezza di un metro e settanta circa ed un impianto di irrigazione da attivare in casi estremi di siccità. Caratteristica particolare di questa varietà è il piumacchio a colorazione panna, che lo rende molto luminoso, soprattutto nei periodi notturni sotto i fasci luminosi dei grandi lampioni. Altra particolarità di questa varietà è la struttura della foglia sottile e stretta che permette alla pianta di aumentare la resistenza alle grandi assolazioni estive restringendo automaticamente la pagina fogliare riducendo la superficie esposta al sole.

 

Secondo intervento: ampia area posizionata ad est dal polo industriale.

Nell’ampia area posizionata ad est del polo industriale, abbiamo utilizzato la lippia nodiflora (sinonimo di phyla repens ) per il fatto che l’esigenza progettuale, essendo l’area periferica a tutto il complesso, era di ottenere il massimo della copertura veloce e minimale investendo il meno possibile. Così si è piantato su telo pacciamante, una pianta di piccole dimensioni in vaso 8 x 8 cm al metro quadro, ottenendo la copertura nell’arco dell’anno dall’impianto anche senza l’apporto idrico. L’origine della varietà ‘nodiflora’ è del centro America , Messico … cioè zone temperate e l’adattabilità al nostro clima è stata ottenuta selezionando negli anni ottanta, i cloni di quella minima vegetazione che pian piano si ‘tempravano’ al nostro clima. A distanza di un trentennio la lippia nodiflora la si utilizza senza problemi ma sicuramente è frutto di questa professionale trasformazione organizzata in gioventù con grande passione.

 

Terzo intervento: aree tra il parcheggio e lo stabile

Nel’area tra il parcheggio e lo stabile, è stata utilizzata la stipa tenuissima per la sua caratteristica principale che è la meravigliosa fluttuanza che rende ‘viva’ tutta la zona interessata all’impianto e in netta contrapposizione di ‘forme’ con le squadrature e le rigidità dell’intero complesso. Ottima la collocazione a ‘griglia ortogonale’ che fa apprezzare l’allineamento dell’impianto da tutti i punti di osservazione. E’ stata tenuta una densità di una pianta al metro quadro, ma dopo quattro anni dall’impianto, ritengo che serviva qualche centimetro in più di spazio alla fluttuanza della stipa. Anche in questo contesto non esiste impianto di irrigazione.

 

Quarto intervento: area a forma di dosso che divide il parcheggio dalla strada provinciale

Le varietà utilizzate nell’area a forma di dosso in zona parcheggi sono, il pennisetum alopecuroides ‘Goldstrich’ (scelto per la sua omogeneità vegetativa che si ottiene da piante riprodotte da divisione riducendo drasticamente l’invasività da ‘seme’) con una densità di una pianta al mq, lo stachys byzantina glauco di foglia con una densità di tre / quattro piante per mq, entrambe piantate in scarpata con telo e con un impianto di irrigazione di emergenza. Ritengo che la particolarità della varietà scelta e utilizzata come tappezzante di base nel mezzo di pennisetum e stacys, meriti una specifica descrizione. L’essenza utilizzata è lo hieracium pilosella tappezzante spontaneo pedemontano di colorazione fogliare verde glauco e si riproduce per ‘stolone aereo’ che genera una ‘rosetta vegetativa’ che radica e che a sua volta ristolona colonizzando la zona d’impianto. Commercialmente è stato più difficoltosa la reperibilità di questa specie, riprodotta a richiesta, per il fatto che il ‘mercato’ propone frequentemente lo hieracium pilosella ‘Niveum’ che ha le stesse caratteristiche, ma ha un colore fogliare di un grigio luminoso, troppo chiaro per l’esigenza del progettista.

 

Quinto intervento:aree interne adiacenti agli uffici.

Nelle aree interne, la scelta del liriope graminifolia è stata dettata dalle diverse difficoltà ambientali che comportavano la zona d’impianto. Ci siamo trovati in situazione di sottogronda, da una parte molto ombroso e dall’altra medio luminoso, con solo 25 cm di terreno pessimo riportato su una soletta, dove vi è la possibilità che si passi durante l’anno, da ritagno idrico a eccessiva siccità, con l’esigenza primaria di avere un effetto minimale, sempreverde e ordinato visto che questa è la zona di ingresso principale agli uffici della direzione. Se ha questo sommiamo la completa assenza di supporto idrico, con quattro piante per mq, ritengo che il liriope graminifoglia sia una pianta unica nella sua adattabilità a qualsiasi contesto di ‘rinverdimento’ problematico. A distanza di quattro anni dall’impianto, ho consigliato un taglio vegetativo primaverile ad un’altezza di cinque centimetri per ottenere più verticalità vegetativa anche se l’altezza massima che si raggiunge è di 30/35 cm, si va ad evitare il portamento a ‘parrucca’. Meraviglioso l’effetto di un’ampia superficie ‘disassata’, piantumata con una sola varietà di erba decorativa che si allaccia allo spirito progettuale dello stabile, ampio e squadrato adibito a zona operativa produttiva. Perciò , meravigliosa la deschampsia caespitosa ‘Goltau’con la sua nuvola dorata ottenuta con quattro piante per metro quadro.