Nice garden

PROGETTISTA
Arch. Anna Costa

 

CONSULENTE BOTANICO
Valter Angeli

 

DATA
2011

 

Progetto degli spazi esterni della sede NICE spa di Oderzo (tv).

 

Alle porte di Oderzo, verso Ponte di Piave in provincia di Treviso, in un paesaggio disegnato dall’agricoltura, lungo la strada Regionale 53, sorge la sede degli uffici della Nice spa, gruppo di riferimento a livello internazionale del settore dell’Home Automotion, e il Nice Garden, il giardino ad essa prospicente, progettato dall’architetto paesaggista Anna Costa di Padova.

Per il progetto degli spazi esterni la committenza chiedeva uno spazio omogeneo nelle forme e nei colori, che si inserisse in modo armonioso sia nel paesaggio circostante sia in riferimento all’architettura stessa dell’edificio e alle opere d’arte presenti in esso.

Il concept utilizzato nel disegno dello spazio del giardino, collegamento tra l’area del parcheggio e l’ingresso dell’edificio e visibile dalla strada, è quello del codice a barre: il disegno di fasce bianche e nere viene appoggiato sul terreno, si allunga e si accorcia in funzione delle aperture delle finestre e perpendicolarmente all’edificio.

In questo modo lo spazio viene misurato e la misura è quella dello stesso edificio. Un paesaggio che cambia. La struttura del disegno del codice a barre, con fasce di diverse ampiezze, ha dato origine ad una diversità formale; l’uso invece di graminacee ed erbacee ornamentali, con il loro mutare durante le stagioni, e l’attento studio nella scelta delle varietà stesse e nella loro disposizione, hanno fornito l’elemento mutevole stagionale. Con questa duplice idea è stata disposta la vegetazione nel giardino.

Nelle prime fasce della struttura formale sono state piantate solamente graminacee: il Pennisetum alopecuroides ‘Little Bunny’ viene usato come tappezzante e su questa base, in numero tale da disegnare delle masse percepibili visivamente, altre varietà con un’altezza che non supera il metro. Macchie di Calamagrostis x acutiflora ‘Karl Foerster’ definiscono alcuni punti focali con le loro infiorescenze verticali che compaiono già in maggio e che, una volta secche, creano un effetto architettonico unico.

Il paesaggio cambia in altezza e nei colori nella parte centrale del giardino: le due grandi fasce piantate si allargano e si arricchiscono sia nelle varietà di graminacee sia con le erbacee ornamentali, sempre mantenendo il Pennisetum alopecuorides ‘Little Bunny’ come tappezzante. Compaiono masse di Miscanthus e Panicum che, insieme alla Calamagrostis x acutiflora ‘Karl Foerster’, danno una dimensione diversa al giardino arricchendolo di trame e colori, oltre ad altre varietà, tra cui la Muhlenbergia capillaris. Trame e colori che cambiano anche grazie all’uso delle erbacee ornamentali (alcune varietà di Echinacea e Anemone, Gaura lindheimeri…) a fioritura bianca che dall’estate si prolunga fino all’autunno con gli Aster. Uniche eccezioni il colore violaceo della Perovskia atriplicifolia ‘Little Spire’ e il rosa chiaro dell’Anemone hupensis ‘September Charm’.

Il giardino è un continuo di sfumature di colori e tessiture diverse che, nelle stagioni, con il sole, la pioggia, il vento, disegnano un paesaggio in continuo movimento. Non solo le erbacee ornamentali fioriscono, ma soprattutto le graminacee cambiano in continuazione nell’arco dell’anno: i verdi della primavera si colorano durante l’estate per tingersi dei toni dell’oro, arancio, rosso in autunno e giocare con la brina in inverno.

La collaborazione con Valter Angeli, consulente botanico, è stata determinante e fondamentale fin dall’inizio della fase progettuale. Ha toccato tutti gli aspetti che hanno avvallato la scelta definitiva della vegetazione apportando le giuste correzione, lavorando non solo sui criteri estetici e formali, ma considerando sempre anche le caratteristiche botaniche delle varietà stesse (manutenzione, fabbisogno idrico, disseminazione etc etc).

Allo stesso modo è stata seguita tutta la fase di cantiere, fornendo consigli sulla messa a dimora delle piante e sulla preparazione del terreno, fino alle manutenzioni di fine inverno, per le quali, a distanza di sei anni dalla messa a dimora, ancora si sperimentano nuovi metodi e nuove forme per generare scenografie naturali in una fase di ‘letargo’ vegetativo.

 

Testo: Anna Costa